Le Maldive offrono vacanze esclusivamente balneari o legate alle attività acquatiche come il diving.
La porta d’ingresso è l’aeroporto internazionale della capitale Malè situata sull’atollo di Malè Nord, e seguito da un trasferimento, la cui la tipologia è determinata all’isola dell’atollo in cui si intende soggiornare.
Le opzioni di trasferimento disponibili per raggiungere il vostro resort alle Maldive dipendono esclusivamente dalla posizione geografica in cui è collocato. Se la vostra isola si trova abbastanza vicino a Malé (generalmente nell’ atollo di Malè nord), si può raggiungerla con una barca veloce, partendo dall’aeroporto internazionale di Malé.
Per le destinazioni che si trovano negli atolli più lontani, da Malé, è necessario il trasferimento in idrovolante. Gli idrovolanti operano solo di giorno, quindi quando si prenota un trasferimento da/per Male è necessaria un’accurata pianificazione dei voli internazionali di arrivo e partenza.
Alcuni resort possono essere raggiungibili con un’opzione di volo nazionale seguito da un trasferimento in motoscafo se il resort si trova vicino all’aeroporto nazionale. Questa opzione è utile per quegli ospiti che non amano volare con l’idrovolante o per coloro che devono viaggiare al di fuori delle ore diurne.
Le Maldive offrono una vasta di gamma di sistemazioni, da resort extralusso a semplici guest house solitamente collocate nelle isole abitate dalla popolazione locale.
Le guest house possono essere considerate dei veri e propri Beach Hotel lontani dal concetto di resort tradizionale ma che offrono tutti i comfort a prezzi estremamente competitivi. Le guest house sono spesso attrezzate con servizi accessori come Fitness Center, SPA o centri per il noleggio delle attrezzature per gli sport acquatici motorizzati e no. In tutte le isole dove sono presenti Guest Houses, è normalmente presente anche un centro Diving interno o esterno alla struttura. La vacanza in Guest House, oltre a essere particolarmente economica, regala la possibilità di interagire con la popolazione locale e vivere le vere Maldive senza rinunciare alle meraviglie naturali offerte da uno dei mari più belli del mondo.
Se si soggiorna a contatto con la popolazione locale è bene sapere che:
Le Maldive sono un paese islamico, e se non avete mai viaggiato in un paese musulmano, potreste non conoscere le leggi e l’etichetta locale, il cui mancato rispetto può comportare una multa o la prigione.
È ovviamente illegale importare esplosivi, armi, armi da fuoco, munizioni e droghe, ma è illegale anche l’importazione di materiale ritenuto contrario all’Islam come pornografia, carne di maiale e prodotti a base di carne di maiale, alcol, idoli per il culto, bibbie o qualsiasi testo religioso non islamico. Anche se in pratica i turisti che si recano nelle isole del resort sono di solito autorizzati a portare materiale religioso per uso privato… ma questo significa una sola bibbia!
L’alcool è generalmente proibito dalla legge islamica, e alle Maldive è permesso solo nei locali del resort e non dovrebbe essere portato via dall’isola di villeggiatura.
La legge islamica incoraggia la modestia dell’abbigliamento, per cui è proibito prendere il sole nudi o in topless ovunque alle Maldive, anche nelle isole resort. I bikini vanno benissimo nelle zone dei resort. Mentre nelle isole popolate vi sono spiagge riservate ai turisti, comunemente denominate “bikini beach” dove è possibile stare in costume, con l’accortezza di indossare “almeno” un pareo nelle altre zone dell’isola.
In generale, l’omosessualità è contro la legge e se si viene condannati per questo reato si possono incorrere in lunghe pene detentive, multe o deportazione. Tuttavia, non ci sono stati problemi con le coppie LGBTQI+ che si sono recate nei resort e si sono godute una vacanza alle Maldive.
Essere rispettosi durante il mese santo del Ramadan. È probabile che le persone siano sensibili e durante questo mese e, in generale, si dovrebbero prendere provvedimenti per evitare di mangiare, bere o fumare in pubblico.
Quando ci si trova nella capitale Malé o in isole non turistiche, la popolazione locale non è così abituata alla vista delle gambe di uomini e donne in pantaloncini o delle spalle scoperte delle donne, quindi è preferibile coprirsi. Allo stesso modo, le manifestazioni pubbliche di affetto, compresi il tenersi per mano e i baci, possono offendere le persone nelle zone non turistiche delle Maldive, sia che siate eterosessuali che LGBTQI+.
L’applicazione della legge sulle droghe alle Maldive è severa e le sanzioni sono severe. Non vi è la pena di morte per i reati di droga, ma la pena di detenzione obbligatoria per chiunque sia implicato anche con droghe “leggere”. Il possesso di piccole quantità di droga può essere considerato traffico, con una condanna a vita in prigione.
Atollo di Malè Nord
L’atollo principale del paese è l’epicentro di ogni visita, con la capitale Malè sull’omonima isola posta all’estremo sud. Nel 1972 qui esordì il turismo, vi si trovano infatti molti dei primi resorts. A parte l’area di Malè e l’isola di Thulusdhoo, sede di uffici e di fabbriche, tra cui quella della Coca Cola, numerose isole si presentano ancora vergini o abitate da piccole comunità di pescatori.
L’atollo chiamato Kaafu nella toponomastica locale, comprende anche quello più piccolo di Gaafaru, è lungo 69 chilometri nell’asse nord-sud e largo 39 con 50 isole disseminate nella sua area. La densità delle isole turistiche o abitate ha compromesso in minima parte la qualità degli scenari marini, molti resort si trovano in ottimi punti di immersione complice anche la relativa vicinanza con Malè e i traffici marittimi del passato che hanno lasciato in memoria numerosi relitti da esplorare. L’atollo è il solo, insieme a quello di Malè sud a offrire condizioni marine per il surf d’onda, in particolare durante la stagione del monsone di sud-ovest tra aprile ed ottobre, sul versante orientale nei pressi delle isole Hurdhuranfushi e Dhonveli. Malè Nord è anche uno tra gli atolli più popolati da comunità maldiviane. Durante le escursioni dai resort si potranno scoprire attività tradizionali come la costruzione di dhoni (le imbarcazioni caratteristiche) a Thulusdhoo o visitare le fattorie del pesce essiccato al sole pronto per essere venduto. Del retaggio storico oggi resta poco di visibile: l’isola di Funadhoo, vicina a Malè è ora utilizzata per lo stivaggio di merci varie, porta solo labili tracce della vecchia raffineria di olio di squalo, della filanda che utilizzava fibre di cocco e più indietro nel tempo delle tombe di epoca coloniale e post-coloniale di navigatori e guerrieri la cui fama è legata alla storia dell’arcipelago. Punti di maggiore attrattiva sono i fondali di Kudabandos e Banana Reef, per i sub esperti anche quello di Gaafaru, dove riposa il relitto, del pittoresco scafo Seagull (1879) e il Blue Canyon, nei pressi dell’isola di Makunudu, sul lato nordoccidentale dell’atollo.
Dall’aereo si può godere la migliore vista di Malè, unica capitale al mondo ad occupare un’intera isola, dove la modernità ha preso il sopravento sul passato, testimoniato da alcune belle moschee. Lasciata la città e il suo traffico marittimo, dirigendosi verso nord, l’atollo ritrova la solitudine di isole e lagune. I resort sono disposti sulla cintura esterna, posizione privilegiata per i fondali che prossimi ai pass sono ricchi di vita e in continua rigenerazione. I versanti nord e ovest restano le aree di maggior interesse subacqueo. La parte centro-sud offre anch’essa molti siti di immersione, che furono i primi ad essere esplorati e oggi sono molto frequentati per l’alta densità dei villaggi turistici. A nord oltre l’atollo Kaashidhoo annovera resti di templi buddisti.
Atollo di Malè Sud
L’atollo, uno tra i più piccoli, è separato da quello di Malè Nord dal canale oceanico di Vaadhoo: lungo 36 Km e largo 19 Km, è formato da 30 isole, di cui gran parte turistiche. Per la vicinanza della capitale, le tre isole di pescatori sono densamente popolate rispetto allo standard maldiviano. Il suo attraversamento è la via obbligata per le crociere che si recano nel sud dell’arcipelago.
È stato il primo degli atolli, dopo Malè Nord, ad accogliere il turismo: Malè Sud, alla fine degli anni 70, voleva già dire Maldive lontane e primitive. Celeberrimo il resort fondato dall’allora direttore di Playboy sull’isola di Cocoa, un’isola da vera fuga alla Robinson Crusoe, esclusivissimo ma volutamente spartano e austero, prerogativa che molti cominciano a rimpiangere. A memoria di quell’aura verginale Malè sud conserva ancora molti dei suoi scenari naturali, per esempio splendide lagune, come la lunghissima Eboodhoo-Finolhu, che segue per chilometri il profilo dell’omonima isola. L’atollo offre ai sub, numerosi punti d’immersione, soprattutto in corrispondenza dei sei pass, tutti velocemente raggiungibili dai resorts. Le tre isole abitate, seppure in parte “snaturate” per la presenza di negozietti destinati ai turisti, sono un buon esempio di vita contemporanea della società maldiviana. Maafushi, posta sul margine sud-occidentale, non ha abbandonato la sua tradizione di pesca, è un laboratorio artigianale per la lavorazione del pesce, che dipende dalla State Trading Organanization, in particolare tonno, per poi provvedere alla salatura e all’essiccazione. L’isoletta di Gulhi più a nord, seppure minuscola, accoglie qualche centinaio di abitanti dediti esclusivamente alla pesca e alla costruzione di piccoli dhoni. L’isola di Guraidhoo, infine, che fu la residenza estiva del sultano Hussain Faamuladeyri, vissuto quattro secoli fa, è una delle più popolate (1300 abitanti) e frequentate dalle barche da crociera, che possono trovare alcuni rifornimenti di emergenza e riparo nella sua laguna protetta e particolarmente profonda, adatta all’ancoraggio.
Lo stretto canale oceanico di Vaadhoo, a nord dell’atollo, proprio per la sua ridotta lunghezza è caratterizzato da flussi di corrente molto forti. Una peculiarità che se da un lato agita il tratto di mare aperto, dall’altro offre in cambio alle lagune dell’atollo, grandi benefici, quali l’ossigenazione continua alle formazioni coralline, che vivono in acque limpidissime. Malè Sud continua così a essere scelto tra tanti per la visibilità dei fondali e per i siti di immersione sui pass oceanici, distanti al massimo due ore di barca l’uno dall’ altro.
Atollo di Ari Nord
Ari in maldiviano Alifu, è uno degli atolli più grandi. Per questo motivo esiste una divisione amministrativa tra la parte nord e quel sud. L’atollo si estende per una lunghezza di 96 Km e comprende oltre 70 isole, cui si somma anche il minuscolo atollo di Rasdhoo e l’isola di Thoddoo, una delle poche isole maldiviane isolata in mare aperto e a 15 Km a nord della cintura corallina di Ari.
Un momento indimenticabile del viaggio alle Maldive, soprattutto per chi ci arriva per la prima volta, è l’avvicinamento dell’areo all’arcipelago. L’oceano Indiano visto dal finestrino, regala la prima emozione proprio quando, abbassandosi di quota prima della discesa su Malè, taglia in due Ari sorvolandone le meravigliose isole di sabbia, le lagune e i bassi fondali colorati. In effetti, l’atollo è uno dei più spettacolari delle Maldive, non a caso quello con il più alto numero di isole resort. Prima dell’ascesa del turismo, questo angolo di paradiso, così ricco di isole disabitate e candide spiagge, fungeva da rifornimento di sabbia corallina per la costruzione edilizia, pratica oggi vietata. La vastità dell’area e la distribuzione equilibrata delle isole turistiche hanno preservato tuttavia in gran parte l’ambiente geomarino, garantendo l’approdo in uno dei luoghi più belli e fruibili dell’intero arcipelago. Peculiare dell’atollo è la quantità di secche coralline dette thile, sparse anche nel basso fondale delle lagune e causa di molti naufragi avvenuti nel corso dei secoli. L’esempio più famoso è quello della storica nave Ravenstein, appartenuta alla compagnia delle Indie e orientali e colata vicino all’isola di Gangehi nel 1726, di cui è stata individuata solo la grossa ancora, oggi consueta meta di immersioni. L’isola di Thoddoo, esterna all’atollo, è diversa dallo stereotipo maldiviano e può costituire la meta per un interessante escursione. È infatti abitata non da pescatori ma da contadini è coperta da coltivazioni di angurie, peperoncino e ortaggi, coltivati fino a lambire le spiagge. Un dhoni locale, ogni due o tre giorni, trasporta frutta e verdura negli spacci delle isole abitate.
Una delle peculiarità geografiche dell’atollo di Ari Nord è la presenza di numerose secche coralline e lingue di sabbia emerse, sparse nella sua intera area. Anche se le isole resort sono poste soprattutto sulla cintura esterna, l’interno offre infiniti luoghi di immersione, ragione per cui l’atollo di Ari è uno dei più esplorati e navigati dai dhoni, adibiti al diving ed allo snorkelling. Il versante occidentale che confina con il mare aperto è uno dei punti di maggiore avvistamento, di grosse specie oceaniche come lo squalo balena, sovente visibile vicino ai pass nei mesi estivi.
Atollo di Ari Sud
L’emisfero meridionale di Ari è diviso in tre zone: Thudufushi, Rangali e Dhangethi. Sul lato orientale Mahibadhoo è il capoluogo amministrativo e tutta l’area meridionale sui reef esterni ha celebri isole resort. È frequentato dalle imbarcazioni safari durante le crociere di breve durata, che senza spingersi lontano possono raggiungere Fenfushi, famosa per la sua moschea ed un centro culturale.
Ari Sud ha meno densità antropica della parte nord, sia per quanto riguarda il numero di isole turistiche che quello di villaggi maldiviani, una prerogativa che si avverte subito osservando le grandi e radiose solitudini delle lagune. Tuttavia, vi si trova una delle isole abitate, più popolate dell’atollo, la capitale Mahibadhoo, un raro caso di isola che ospita uno stabilimento industriale, un impianto di congelamento del pesce che viene continuamente rifornito dai tanti pescatori della zona e che qui viene pulito e congelato. Gli autoctoni di Ari sono sempre stati, ottimi pescatori ed ancora oggi, in tutti i villaggi sono presenti flotte di dhoni da pesca, che spesso si incontrano all’interno dell’atollo, nelle loro lunghe giornate sul mare. Nell’isole di Dhangethi, anch’essa abitata da pescatori, sopravvive uno dei rarissimi esemplari di ficus del Bengala, il “nika” un albero maestoso visibile tra le palme fin da lontano, l’altro esemplare conosciuto, vecchio di secoli, si trova invece ad Ari nord nell’isola del Nika Resort. Un’altra isoletta abitata, la piccola Dhidhdhoo, è la sola dell’arcipelago, ove i residenti hanno carnagione chiara, ciò dovuto probabilmente all’ospitalità data secoli fa, all’equipaggio di un veliero francese, che sopravvisse ad un naufragio avvenuto a poca distanza. Su Dhangethi, infine a sud-est dell’atollo, ha sede il South Ari Atoll Cultural Centre, visitato spesso dai turisti dei resorts. Si tratta di una sorta di rievocazione degli usi maldiviani del passato, costruito con le stesse tecniche della tradizione arcaica, che utilizzava la pietra corallina e fronde di palma e di pandano. In un percorso guidato, il villaggio illustra, gli habitat domestici e gli ambienti di lavoro che hanno caratterizzato per secoli la vita degli atolli, prerogative che tuttavia esistono ancora, negli atolli più remoti del paese.
Nessun’altra area ha tante thile come questa, la cui mappa geografica è tempestata di secche e banchi di sabbia affioranti, una delle ragioni per cui l’atollo di Ari, continua essere preferito dai sub e adatto anche a coloro che praticano solo lo snorkeling. La scelta dei siti per il diving è molto ampia, se si considerano anche tutte le opportunità offerte dai 24 pass oceanici, che offrono differenti gradi di difficoltà e variegate caratteristiche ambientali.
Atolli Settentrionali
Dei ventisei atolli del Paese, considerando Malè come epicentro dell’arcipelago, l’area settentrionale ne comprende dieci, disposti longitudinalmente sull’asse sud-nord, in direzione delle isole indiane delle Laccadive: Goidhoo, Baa, Lhaviyani, Raa, Noonu, Shaviyani, Maamakunudhoo, Haa Dhaalu, Haa Alifu e Ihavandhippolhu. Questa è tra le zone più incontaminate delle Maldive.
Centinaia di isole alcune ancora deserte e comunità di pescatori che hanno rarissimi contatti con il resto del mondo, rivelano la natura ancora incontaminata di questa parte delle Maldive. Sono quattro gli atolli che ospitano strutture turistiche (Baa, Lhaviyani, Raa, Haa Alifu), che interpretano un turismo non solo esclusivo, ma con una vocazione più naturalistica. Chi sceglie le Maldive fuori dalle aree turistiche, oltre agli agi dei resorts, vuole immergersi in un habitat naturale inviolato e conoscere gli aspetti più autentici della geografia umana. Gli atolli più lontani sono visitati da pochi yacht che organizzano crociere safari, le distanze da Malè consentono la navigazione fin qui soltanto se sì di dispone di in periodo di almeno 15 giorni. In alcune isole abitate, forse i turisti non sono mai arrivati. Un piccolo aeroporto situato all’estremo nord, sull’isola di Hanimaadhoo, costituisce il solo collegamento veloce con Malè, operato da agili bimotori della locale Island Aviation, ma il soggiorno in quella zona è vietato agli stranieri, a meno che non posseggano uno specifico permesso di visita e di sosta. Facile dunque immaginare che ad eccezione degli atolli che ospitano i resort, gran parte dei fondali marini e delle scogliere coralline costituisca ancora un ambiente primordiale, addirittura in molti casi non ancora esplorato, uno degli ambienti meno conosciuti al mondo. È sorprendente, infatti il divario naturale e culturale tra queste Maldive (comprese quelle del sud), e le isole celebrate da operatori turistici e stampa, comunque non a torto, come paradiso esotico a portata di mano. Un isolamento destinato a durare ancora poco dato che il governo ha già avviato allo sviluppo turistico gli atolli di questa zona.
L’isola di Uligamu, all’estremo nord, costituisce il porto d’ingresso e la sede per il disbrigo delle formalità doganali di chi si reca alle Maldive via mare da altri Paesi. Una marina per accogliere yacht privati è stata realizzata nel 2005 sull’isola di Dhonakulhi, della parte più settentrionale di Haa Alifu, dove si trova anche un aeroporto nazionale. Nei prossimi anni quasi tutti gli atolli di questa zona ospiteranno dei resort. Sull’isola di Utheemu si erge il monumento dedicato all’eroe nazionale.
Atolli Meridionali
Dieci atolli che si estendono verso sud tagliando l’Equatore e allungandosi verso il vuoto dell’oceano Indiano. Ad eccezione di Gan accessibile senza permessi e un tempo base aeronautica, il sud delle Maldive è ancora uno dei luoghi più isolati del mondo. In molti dei suoi atolli non ci sono segni di turismo e contaminazione, il che rende una crociera il viaggio più emozionante che l’era moderna possa offrire.
Sembrano addormentate in un tempo lontano, le isole abitate del sud delle Maldive, l’isolamento e le misure restrittive a carico del turismo hanno salvaguardato, oltre che all’ambiente, anche e soprattutto il carattere originale della società e della cultura maldiviana. Una prerogativa già visibile nelle isole di pescatori dell’atollo di Felidhoo, come la piccola Rakeedhoo, i cui 300 abitanti vivono ancora come un secolo fa. La visita, possibile solo con una guida maldiviana, svelerà come per altre comunità indigene del sud, una quotidianità che diventa un vero viaggio antropologico. Le donne chine a preparare il curry su taglieri di corallo, i bambini intenti al gioco, con pallottolieri di conchiglie, gli uomini a pesca sui loro dhoni a vela, o dediti all’essicazione del pesce, dei polpi e delle oloturie. Centinaia le isole selvagge e disabitate con le lagune vergini e i reef mai esplorati. In corrispondenza dell’Equatore si trova anche l’unica isola della Maldive senza barriera corallina Fuvahmulah. Le onde dell’oceano che vi si infrangono, rendono difficoltoso l’approdo e la discesa in spiaggia, ma chi nel corso di una crociera, avrà l’occasione di visitarla, scoprirà un paesaggio inedito rispetto al resto delle Maldive. Fuvahmulah è grande, supera i 5 Km di lunghezza ed è interamente coltivata. Due laghi naturali di acqua dolce hanno favorito l’agricoltura, tanto che l’isola è a tutti gli effetti considerata il frutteto delle Maldive. L’atollo di Addu, in virtù dello sviluppo indotto dal passato militare, ospita nell’ isola di Gan, la più numerosa comunità maldiviana dopo Malè, quasi 19 mila abitanti. Un volo interno la collega con la capitale.
Più ci si sposta verso sud, più le Maldive appaiono deserte, come dimenticate. Le crociere safari, che esplorano quest’area solo poche volte l’anno si spingono fino agli estremi, a causa delle distanze da coprire e dei lunghi tempi di navigazione. Bisogna disporre di almeno due settimane di tempo per visitare con sufficiente attenzione gli atolli più belli. Alcuni dhoni di linea che trasportano merci e persone tra i villaggi abitati, solcano solitari le immense lagune, chi conosce l’habitat marino di quest’area lo indica come il più ricco e spettacolare delle Maldive.
Le Maldive, isole dell’Oceano Indiano situate a sud-ovest dell’India, hanno un clima tropicale, caldo tutto l’anno e influenzato dai monsoni. Il monsone sud-occidentale, da fine aprile a settembre, è più forte nelle isole settentrionali, è solitamente accompagnato da vento, che può rendere il mare agitato e quindi scoraggiare attività come le immersioni e da una maggiore umidità ed una più frequente nuvolosità. Il monsone di nord-est, da ottobre a dicembre, è più tranquillo e porta semplicemente piogge e temporali nel pomeriggio o la sera, soprattutto negli atolli meridionali.
Il periodo più secco, al di fuori dei monsoni, va da gennaio ad aprile e si fa sentire maggiormente sugli atolli settentrionali.
Le temperature sono stabili, le massime si aggirano intorno ai 30 °C e le minime intorno ai 25 °C per la maggior parte dell’anno. Anche l’umidità relativa è alta e stabile durante tutto l’anno a circa l’80%. Tuttavia, tra febbraio e maggio, c’è un leggero aumento della temperatura e della sensazione di afa, soprattutto negli atolli settentrionali, in questo periodo, la temperatura massima sale a 31/32 °C e la minima a 26/27 °C.
Tipico delle aree tropicali, le piogge si verificano per lo più, sotto forma di brevi e intensi acquazzoni o temporali. Le precipitazioni annuali totali sono un po’ più abbondanti negli atolli meridionali, dove si aggirano intorno ai 2.200/2.300 millimetri l’anno, e meno abbondanti nel nord, dove si aggirano intorno ai 1.700/1.800 millimetri l’anno. La differenza è dovuta principalmente al fatto che negli atolli centrali e settentrionali, c’è una stagione relativamente secca da gennaio a metà aprile, che è più pronunciata rispetto agli atolli meridionali.
A Malé le precipitazioni ammontano a circa 1.950 mm all’anno, con un periodo delle piogge che va da maggio a dicembre, mentre i mesi meno piovosi sono gennaio, febbraio e marzo, quando le precipitazioni scendono sotto i 100 mm al mese.
L’irraggiamento alle Maldive è buono da gennaio ad aprile, e i mesi più soleggiati sono febbraio e marzo. Nel resto dell’anno, e anche nei mesi più piovosi, il sole splende per un buon numero di ore, in media circa 7 al giorno, anche se possono esserci giorni, o periodi di qualche giorno, in cui il cielo è spesso nuvoloso, soprattutto nella stagione del monsone sud-occidentale (fine aprile-settembre).
Cicloni tropicali
Le Maldive possono essere raggiunte occasionalmente da cicloni tropicali, che solitamente colpiscono nelle prime fasi della loro formazione, oppure le spazzano, mentre passano più a nord sull’Oceano Indiano. Tuttavia, trattandosi di isole piatte con edifici a livello del mare, i cicloni possono portare qualche danno a causa delle piogge, del vento e delle onde anomale.
I cicloni si formano più spesso tra aprile e dicembre, con due picchi in maggio e novembre, ma dato che il mare è sempre caldo, possono verificarsi durante tutto l’anno. Gli atolli più meridionali (Huvadhu, Addu, Fuvahmulah) sono colpiti in modo più marginale perché si trovano vicino all’Equatore.
Periodo migliore
Il periodo migliore per visitare le Maldive va da gennaio a metà aprile, poiché è la stagione più secca e soleggiata dell’anno. Tuttavia, anche in questo periodo possono esserci piogge e temporali nel pomeriggio, soprattutto nelle isole meridionali.
Se si vuole viaggiare in estate, è preferibile scegliere le isole più meridionali, che sono meno esposte al monsone di sud-ovest, quindi meno ventose, più soleggiate e anche più riparate dai cicloni tropicali.