“Sbirciando fra il fogliame, riuscimmo a distinguere un curioso gruppo di gorilla neri come la pece, la testa pelosa, il volto che pareva una maschera di cuoio. Ci scrutavano a loro volta. Gli occhi scintillanti dardeggiavano nervosamente sotto le spesse sopracciglia, quasi cercassero di stabilire se avevano di fronte a sé amici ben disposti o potenziali avversari. Fui all’istante colpita dalla magnificenza fisica dei giganteschi corpi nero lucenti, in perfetta armonia con la verde tavolozza del fogliame della foresta” (Dian Fossey – Gorilla nella nebbia)
In quale altro Paese, se non in Uganda, è possibile nello stesso giorno osservare i leoni che si aggirano nelle vaste pianure, seguire le tracce degli scimpanzé nel sottobosco della foresta tropicale e navigare lungo corsi d’acqua brulicanti di ippopotami e coccodrilli? Cuore verde dell’Africa, terra ricca di fantastici scenari naturali e sorprendente mosaico di tribù e culture, l’Uganda non è solo il Paese in cui nasce il Nilo Bianco o la patria di alcuni tra i più bei parchi naturali del continente, è anche la terra della Foresta Bwindi, che, oltre ai famosi gorilla, il cui incontro ci regalerà la più grande emozione della nostra vita, ospita circa 350 specie di uccelli e più di 300 di alberi. E poi ci sono il Lago Vittoria, le cime innevate del Ruwenzori, le impressionanti cascate Murchison e il magnifico Queen Elisabeth National Park, il più bello tra tutti i parchi.
L’Uganda è un crogiolo di culture, reso evidente dalle oltre 30 lingue locali, che appartengono a cinque gruppi linguistici diversi, con un mosaico culturale parimenti vario di musica, arte e prodotti di artigianato. Gli abitanti più antichi del paese, confinati nella zona collinare sud-occidentale, sono i pigmei Batwa e Bambuti.
Al centro culturale dell’Uganda del giorno d’oggi, vi sono i regni di lingua Bantu dei Buganda, Bunyoro, Ankole e Toro. La prima lingua per la maggior parte degli Ugandesi è la lingua del proprio gruppo etnico e la seconda lingua è l’inglese, che è la lingua nazionale ugandese.
Gli abitanti dell’Uganda erano cacciatori-raccoglitori sino a circa 2000 anni fa quando tribù di lingua bantu migrarono nella regione dall’Africa Centrale. Popolazioni di origine Nilotica entrarono nella zona all’inizio del 120 DC ed i commercianti arabi si spostarono verso l’interno dalla costa orientale nel 1830. Seguirono quindi gli esploratori inglesi dal 1860, alla ricerca delle sorgenti del Nilo.
Il Regno Unito pose la zona sotto il controllo della British East Africa Company nel 1888 e la governò come un protettorato dal 1894. Durante il periodo dal 1900 al 1920 una epidemia di malattia del sonno uccise oltre 250000 persone.
L’Uganda ottenne l’indipendenza nel 1962 e nel 1971 Idi Amin andò al potere. Governò il paese con la milizia per i 9 anni successivi. Secondo le stime, il suo governo costò la vita a circa 300000 ugandesi. Il suo regno terminò dopo la guerra tra Uganda e Tanzania nel 1979, quando le forze armate della Tanzania invasero l’Uganda con l’aiuto degli esuli Ugandesi.
Durante i 6 anni successivi vennero deposti due presidenti, e l’attuale presidente, Museveni, è al potere dal 1986. Durante la sua presidenza l’Uganda ha partecipato alla guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) ad altri conflitti nella regione dei Grandi Laghi, oltre che alla guerra civile contro la Lord’s Resistance Army, colpevole di numerosi crimini contro l’umanità, inclusa la schiavitù ed il genocidio di massa.
Gli ugandesi si spostano in genere con minibus collettivi (chiamati taxi) che circolano frequentemente. Le tariffe sono fisse e le partenze avvengono quando il veicolo è al completo. È possibile muoversi con voli domestici che collegano i punti principali del Paese.
A Kampala circolano anche dei taxi a pedali (chiamati boda-boda: il nome deriva dal trasporto che si faceva da un confine all’altroo “border – border”). I principali centri abitati del sud sono collegati da una eccellente rete stradale, ma alcuni percorsi richiedono un fuoristrada.
La rete viaria è buona anche se quasi tute le strade asfaltate passano per i centri abitati.
Sconsigliato il self drive: segnaletica praticamente assente, guida a sinistra e il noleggio dell’auto, nonché il carburante sono spaventosamente cari.
Nei nostri tour i trasferimenti sono anche visite: la guida sarà non solo il vostro autista, ma anche il vostro mentore durante il viaggio.
Lo sviluppo turistico in Uganda è relativamente recente e l’offerta di sistemazioni, nonché lo standard qualitativo e il livello di eleganza, non sono paragonabili con altre destinazioni africane. Ci sono però campi e lodge di fascia alta che non hanno nulla da invidiare ai pari grado in Kenya o in Tanzania, rispetto ai quali sono anche molto meno costosi. Molti campi e lodge sono relativamente piccoli, gestiti dai proprietari o in partnership con le comunità locali, e costruiti secondo criteri ecologici. Nella maggior parte dei casi offrono spettacolari vedute sulle foreste pluviali dell’Uganda o si trovano nel cuore dei parchi nazionali.
Il trekking dei gorilla-Bwindi Foresta Impenetrabile
Una delle attrazioni più belle in Uganda, Rwanda e Congo, è quella del trekking dei gorilla di montagna. Questi sono una specie di primati in via di estinzione i cui esemplari si ritrovano solamente in alcune foreste tropicali pluviali di questa regione dell’Africa equatoriale.
I gorilla di montagna sono stati studiati e avvicinati dalla scienza solo negli ultimi decenni, specialmente grazie all’opera di alcuni primatologi, inclusa la famosissima Dian Fossey (“Gorilla nella nebbia”, 1988). Fossey fu uccisa nel 1985 all’età di 52 anni dopo avere passato anni a sensibilizzare il mondo sulla protezione dei gorilla contro il bracconaggio e il commercio illegale.
Le autorità nazionali per la protezione dei parchi naturalistici hanno avviato attività di familiarizzazione di alcune famiglie di gorilla, in modo da abituarle progressivamente ad accettare la presenza di visitatori. Questa attività, cosiddetta “gorilla tracking”, va prenotata con largo anticipo per assicurarsi il permesso individuale necessario. Si svolge con piccoli gruppi di massimo 8 persone al giorno per ciascuna famiglia. Questo consente di salvaguardare la vita dei primati.
La più recente indagine del 2011 ha rivelato che restano circa 1100 individui di gorilla di montagna. Una parte, ovvero 420 individui, si trovano in Uganda nel Parco Nazionale di Bwindi Impenetrabile, una piccola ma originale foresta tropicale nel Sudovest del Paese. Circa il 40% di questo numero sono stati familiarizzati per ricevere le visite dei turisti, corrispondenti a 13 famiglie in tutto.
Gli altri gorilla di montagna si trovano nell’Area di Conservazione Virunga, che viene divisa tra Uganda, Rwanda e Congo. Al momento ci sono 9 famiglie visitabili dalla parte Rwandese ovvero il Parco dei Vulcani. Nella parte Congolese ci sono oggi 8 famiglie familiarizzate presenti nel 2018 con un numero totale di gorilla di circa 400.
Fu l’ufficiale tedesco Robert von Beringe a scoprire il gorilla di montagna nel 1902. Il capitano si imbatté in questa nuova specie di primati nella catena vulcanica di Virunga, una formazione montuosa che si estende dal Congo al Rwanda, fino a raggiungere l’Uganda. Si tratta delle scimmie antropomorfe maggiormente minacciate di estinzione; fortunatamente sono state da sempre oggetto di osservazioni accurate e studi approfonditi, ed oggi possiamo avvalerci di un ampio bagaglio di informazioni che le riguardano. Famosi per gli studi compiuti da Diane Fossey, i gorilla di montagna sono primati timidi e pacifici che vivono in gruppi familiari da 8 a 20 individui guidati da un maschio dominante detto Silverback.
Queen Elizabeth National Park
É un’area protetta situata nella zona occidentale del Paese. Istituito nel 1952, occupa una superficie di 1978 km² e confina ad ovest con il lago Edoardo e il parco nazionale dei Virunga nella Repubblica Democratica del Congo e a nord con il Ruwenzori. Il parco si estende a cavallo dei distretti di Kasese, Rubirizi, Rukungiri e Bushenyi.
L’altezza sul livello del mare è compresa tra 1000 e 1300 m, ma sul Ruwenzori sale a 5110 m. Le precipitazioni annue presentano valori compresi tra 700 mm a Mweya, al centro del parco, e 1250 mm nella parte settentrionale e nella foresta di Maramagambo.
La zona del parco meglio attrezzata dal punto di vista turistico è quella intorno al centro visitatori, situato sulla penisola di Mweya tra il lago Edoardo e il canale di Kazinga. Quest’ultimo scorre tra il lago Giorgio ad est, con una leggera pendenza, fino al lago Edoardo nella parte occidentale del parco nazionale. Le gite in barca su questo corso d’acqua naturale offrono eccellenti opportunità per osservare ippopotami e pellicani, nonché i numerosi uccelli migratori europei che giungono qui per svernare.
Murchison Falls National Park
È situato nell’Uganda nord-occidentale. La Bunyoro Wildlife Reserve, nucleo originario del parco, venne istituita come riserva di caccia già nel 1910. La regione intorno alle cascate Murchison, da sempre scarsamente popolata, venne evacuata dall’amministrazione coloniale britannica a partire dal 1930 dopo una rinnovata epidemia di malattia del sonno con lo scopo di contenere la diffusione della malattia, in quanto le mosche tse-tse sono qui particolarmente numerose. Solo allora nacque l’idea di creare un parco faunistico che proteggesse anche il suggestivo paesaggio naturale immediatamente intorno alle cascate.
Winston Churchill, durante una visita negli anni ’20, ebbe l’idea di costruire un ponte sulle cascate, ma l’unico passaggio finora realizzato che attraversasse il Nilo risale al 1961, quando venne costruita una passerella direttamente sul bordo superiore delle cascate. Tuttavia, questa venne spazzata via 14 mesi dopo, nel 1962, da un’inondazione. Dal momento che la passerella aveva compromesso la spettacolarità paesaggistica del luogo, sia dall’alto che dal basso (era infatti visibile in tutte le foto delle cascate scattate da quasi tutte le prospettive), essa non è più stata ripristinata, anche se i supporti di cemento ancorati nella roccia sono ancora lì e sembrano essere ancora stabili.
Nel 1954 la riserva divenne l’attuale parco nazionale Murchison Falls. Dal 1960 fino all’avvento al potere di Idi Amin, il parco divenne una delle destinazioni turistiche più popolari dell’Africa orientale e il lussuoso lodge di Paraa non aveva nulla da invidiare agli altri alloggi di lusso della regione.
Dopo l’inizio della dittatura di Idi Amin Dada, il parco venne ribattezzato parco nazionale Kabalega (Kabalega Falls National Park) nel 1972. Contemporaneamente, ufficiali corrotti presero il potere nel parco e centinaia di elefanti vennero massacrati a colpi di mitragliatrice per «ricavarne» avorio. Altre specie animali, in particolare leoni e leopardi, vennero cacciate fin quasi all’estinzione a causa della loro pelliccia o dei loro trofei. La popolazione di elefanti passò dai 14.309 esemplari del 1973 ai 6030 dell’anno successivo e ai 2246 del 1975. I rinoceronti bianchi e neri, che un tempo coesistevano nella regione, vennero sterminati. Mentre negli anni ’60 la popolazione di elefanti eccessivamente numerosa causava gravi danni ad alberi e cespugli, provocando danni alla boscaglia e l’erosione in alcuni luoghi, soprattutto a nord del Nilo, le vaste distese della savana divennero allora quasi completamente prive di grandi vertebrati. Fino alla fine degli anni ’90, la provincia del Nilo occidentale era considerata una regione poco sicura nella quale erano attivi vari gruppi di ribelli, in particolare il cosiddetto Lord’s Resistance Army con i suoi bambini soldato. Dalla fine degli anni ’90 sono state istituite e ampliate le infrastrutture turistiche.
Ziwa Rhino Sanctuary
La Riserva di Ziwa, a Nakasongola, nel nord dell’Uganda, è a circa 170 km da Kampala. In Uganda si trovavano il rinoceronte nero orientale e il rinoceronte bianco settentrionale. Purtroppo dal 1982 entrambe le specie sono state spazzate via da alcune circostanze, incluso il bracconaggio e la distruzione del loro habitat naturale.
Nel 2005 è stato creato lo Ziwa Rhino Sanctuary è stato creato con la speranza di reintrodurre il rinoceronte bianco meridionale in Uganda. È attualmente l’unico luogo in Uganda dove si possono vedere i rinoceronti in natura. È una riserva privata e no-profit, gestita dallo Ziwa Rhino and Wildlife Ranch e la Uganda Wildlife Authority.
Nel 2001 i primi due rinoceronti vennero portati allo zoo di Entebbe per far conoscere alla gente i rischi di questa specie. Finalmente nel 2005 arrivarono i primi quattro esemplari dello Ziwa Rhino Sanctuary, trasportati dal Kenya. Nel 2006 ne vennero donati altri due dal Disney Animal Kingdom. I rinoceronti iniziarono a riprodursi e nel 2006 nacque il primo cucciolo, chiamato Obama.
Attualmente ci sono più di 30 esemplari, protetti costantemente dai ranger. L’idea è di arrivare ad avere 50 rinoceronti prima di reintrodurli poco a poco al Murchison Falls National Park, probabilmente tra 10-15 anni.
Riserva Semliki
Si trova nell’estremo ovest dell’Uganda, nel distretto di Bundibugyo. Giace lungo il confine tra l’Uganda e la Rep. Dem. Del Congo, all’interno del ramo occidentale della Rift Valley Albertina. A sud-est si trova la catena montuosa del Rwenzori, ad ovest la Rep. Dem. Del Congo, a nord le piane Semuliki e più in sù il lago Alberto. Questo parco è un’estensione orientale dell’immensa foresta congolese dell’Ituri, essendo il risultato degli sconvolgimenti climatici preistorici e per ciò stesso una delle aree più ricche di flora e fauna in Africa (specialmente uccelli). Il parco fu recintato nell’ottobre del 1993. Esso si staglia su una piana con “gentili” colline odeggianti che vanno dai 670 ai 760 msm. Dal momento che tutti i ruscelli e i fiumi provenienti dalle aree circostanti defluiscono nel parco, e complice il drenaggio insufficiente e la topografia, molte zone del parco sono allagate durante la stagione delle piogge. La media annuale di precipitazioni è di 1250mm., con picchi nei mesi di marzo-maggio e settembre-dicembre. Le temperature variano fra i 18˚C e i 30˚C con piccole variazioni quotidiane. È l’unico esempio di foresta tropicale pianeggiante nell’Africa dell’est, classificata come umida e semi-decidua. Son state registrate 336 specie di alberi di cui 24 presenti solo qui, nella parte orientale o in comune solo con una o due foreste circostanti; fra queste Isolana congolana, Nesogordonia Kabingaensis e Ejacis guineesis. Alcune delle specie di alberi nel Semuliki come cordia millenii e lovoa surymertonii son considerate in via di estinzione. Un rilevamento fatto dal dipartimento forestale nel 1999 ha determinato la presenza di un’eccezionale diversità di piccoli mammiferi, uccelli e farfalle. La fauna registrata include 435 specie di uccelli (circa il 34% del totale presente in Uganda), alcuni dei quali non riscontrabili in alcun altro posto nell’Africa dell’est, fra cui alcuni dei più spettacolari e ricercati esemplari quali il bucero e il lyre tailed honey guide.
Ci sono poi 63 specie di mammiferi, 9 delle quali son primati di foresta diurni (scimpanzé, blue monkey, vervet monkey e babbuini), mentre tra i primati notturni i pottos e i galagos. Tra le altre specie di mammiferi: bufali di foresta, blue duiker, beecroft’s flying squirrel, pigmy squirrel (2 specie di scoiattoli volanti), pipistrelli.
Son state identificate almeno 374 specie di farfalle e tarme, almeno 81 specie di grandi farfalle notturne, di cui 12 molto rare. La vasta gamma di specie viene attribuita non soltanto alla presenza della foresta ma anche alla varietà di habitats, le paludi di foresta, le aree erbose, l’esteso sistema di sorgenti di acqua calda, le paludi calde e la savana alberata.
Ci sono 4 gruppi etnici che vivono intorno al parco. I bamba e i Bakonjo stanziati nelle valli e sulle pendici delle montagne, entrambe agricoltori che ricavano i loro profitti dalla coltivazione di caffé, cacao, banane, riso e patate. I Batuku poi occupano la zona della Rift Valley, nella parte settentrionale del parco. Sono allevatori e dipendono interamente dai prodotti degli allevamenti che commerciano con i loro vicini (sia ugandesi che congolesi). I Batwa (pigmei) sono cacciatori e raccoglitori e sono un gruppo etnico Ituri che storicamente dipende dai frutti della foresta Semliki. Il loro stile di vita sta cambiando a causa dell’interazione con altre comunità locali e dell’impatto del turismo. Nel 1993 l’ADRA (Adventist Development Relief Agency) convinse i Batwa a stanziarsi vicino a Ntandi nel tentativo di integrarli nella cultura locale agricola, ma il progetto fallì. I Batwa ora passano parte del loro tempo nelle loro nuove case e il resto nella loro casa tradizionale: la foresta. Tutto sommato vivono cacciando, raccogliendo frutti e grazie all’assistenza delle comunità locali e al contributo proveniente dai turisti che vengono ad interagire con loro.
La vita nella giungla del Semliki è mozzafiato, specialmente per gli ornitologi e gli amanti dei primati, farfalle e piante. L’escursione nella giungla porta lungo i meandri del fiume Semuliki, unico nel suo genere nell’Africa dell’est. Potrete incontrare bufali di foresta, elefanti, sitatunga, leopardi, coccodrilli, svariati primati e una vasta gamma di uccelli di foresta e d’acqua. Un’escursione in questo parco offre fra le viste più spettacolari e mozzafiato. Venite a sperimentare l’elettrizzante e contorta strada per Bundibugyo, sulle scarpate del Rwenzori, che dall’alto della montagna offre panorami magnifici sul fiume Semuliki, sulle sorgenti calde fumanti, e sulla foresta pluviale tropicale fino alla foresta congolese dell’Ituri. Due sorgenti di acqua calda si trovano sul sentiero lungo zone paludose, dove i visitatori possono vedere un getto di 2m. di acqua calda (150˚C) e una piscina (12m. di diametro) di acque bollenti (66˚C). I visitatori potranno anche concordare un’uscita nelle vicine aree protette del P.N. del Rwenzori, del P.N. di Kibale e della Riserva Naturale Toro-Semliki.
Il Lago Alberto
Il lago Alberto, o Alberto Nyanza, noto precedentemente anche come lago Mobutu Sese Seko (in onore di Mobutu Sese Seko, ex-presidente della Repubblica Democratica del Congo), è uno dei grandi laghi africani, il settimo lago più grande dell’Africa ed il ventisettesimo lago al mondo per volume d’acqua. É posizionato al centro del continente, sul confine tra la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda, ed è il lago più settentrionale tra i laghi della Rift Valley; ha una superficie di 5400 km², è lungo circa 160 km e largo 30 km, con una profondità massima di 51 metri e si trova a 619 metri sul livello del mare. Fa parte del complicato sistema idrografico del Nilo superiore. I suoi principali immissari sono il Nilo Vittoria, che nasce dal lago omonimo, ed il fiume Semliki, emissario del lago Edoardo, che crea vaste paludi all’ingresso nel lago.
Il suo emissario, nella parte più settentrionale del lago, è il Nilo Alberto, che prende il nome di Nilo della Montagna quando entra nel Sudan. È il 27° lago del mondo per volume d’acqua. Nel 1864 l’esploratore inglese Samuel Baker con la moglie scoprì il lago, senza navigarlo, e gli diede il nome di Alberto in ricordo dell’allora da poco scomparso Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, consorte della Regina Vittoria.
Una prima esplorazione del Lago Alberto nel 1874 da parte dei britannici W.M. Chippendale e C.M. Watson, per scoprire se il Nilo fosse immissario del lago Alberto, fallì. Nel 1875 l’esploratore italiano Romolo Gessi, luogotenente del generale Gordon, fu il primo a circumnavigare per intero il lago, definendo i due immissari.
Parco Nazionale di Mgahinga
Il Parco nazionale protegge la parte dei vulcani Virunga che si trovano nel settore ugandese ovvero i vulcani Muhavura (4.127 m), Gahinga (3.474 m) e Sabinyo (3.669 m). Ha una superficie di 33,7 km e questo lo rende il parco nazionale più piccolo dell’Uganda. Prende il nome da Gahinga, una parola locale per i cumuli di pietre vulcaniche rimosse dai terreni agricoli ai piedi dei vulcani. É stato creato per proteggere i gorilla di montagna che vagano liberi nella regione dei Virunga. Il parco confina con il Parco Nazionale Virunga della Repubblica Democratica del Congo e il Parco Nazionale dei Vulcani del Ruanda. È stato dichiarato riserva di caccia dall’amministrazione britannica nel 1930 e parco nazionale nel 1991. Il parco ha un solo gruppo di gorilla transfrontaliero abituato. I visitatori possono anche godersi la visita Batwa, un tour molto affascinante con la guida Batwa per apprendere i segreti della foresta. Il parco si trova in alto tra le nuvole, ad un’altitudine compresa tra 2.227 e 4.127 m. Come dice il nome, è stato creato per proteggere i gorilla di montagna che vivono nelle sue fitte foreste, ed è anche un importante sito per la scimmia dorata, in via di estinzione. Il parco nazionale ha un significato culturale, in particolare per i pigmei indigeni Batwa. La tribù dei cacciatori-raccoglitori fu il primo popolo della foresta. Mgahinga ha le caratteristiche più sorprendenti e i suoi vulcani conici estinti che fanno parte della spettacolare catena Virunga che si trova lungo la regione di confine tra Uganda, Congo e Ruanda. Il parco fa anche parte della più ampia area di conservazione dei Virunga che comprende i parchi adiacenti di questi paesi. I pendii dei vulcani hanno molti ecosistemi e sono biologicamente diversi e le loro vette danno uno sfondo sorprendente a questo splendido scenario. Della popolazione di gorilla di montagna che si trova nel massiccio del Virunga, ci sono circa 3 famiglie di gorilla. Il parco si trova a circa 519 chilometri da Kampala ed è a 9-10 ore di macchina. Marzo, aprile, maggio e da ottobre a novembre sono i 5 mesi più umidi dell’anno, i mesi in cui il parco è soggetto a forti piogge e il terreno diventa spesso scivoloso o fangoso. L’aumento della temperatura del parco varia in base all’altitudine, con una temperatura media diurna di 20 gradi Celsius e di notte si registra un calo fino a 9 gradi Celsius. Ad ogni altitudine di 1000 metri si registra un calo di 6 gradi Celsius. Le pendici del vulcano del parco nazionale dei gorilla di Mgahinga contengono vari ecosistemi che vanno dai boschi montani, foreste tropicali e bambù, brughiere ed eriche arboree alla rara vegetazione afromontana.
Il clima equatoriale dell’Uganda offre un’abbondanza di giornate soleggiate. Le piogge sono ben distribuite, eccetto che per la zona nord-orientale del paese. La regione meridionale ha due stagioni delle piogge, una all’inizio di aprile e l’altra in ottobre. Da giugno a dicembre le piogge sono sporadiche. Al nord si verificano piogge occasionali tra aprile ed ottobre, mentre il periodo da novembre e marzo spesso è molto secco. Le escursioni termiche sono moderate e vanno da un minimo di 19-20 gradi ad un massimo di 28-30 gradi. Sui massicci montuosi al confine con Rwanda e Congo, l’escursione termica tra il giorno e la notte é maggiormente evidente e le notti possono essere fredde.
Il nord
Al nord vi è un periodo caldo e secco da dicembre a febbraio, che vede la prevalenza delle correnti da nord-est, in origine provenienti dalle regioni aride del Sudan e dell’Eritrea, e un periodo piovoso, e un po’ meno caldo ma più afoso, da aprile ad ottobre, in cui prevalgono le correnti più umide provenienti dal Congo. Il fatto che il periodo più caldo sia anche il più secco costituisce un’anomalia rispetto alle altre zone tropicali, dove in genere la stagione secca è la meno calda.
Nel nord-ovest, intorno al Lago Alberto (le cui sponde si trovano a 620 metri) e lungo il corso del Nilo Alberto, l’altitudine scende sotto i 1.000 metri, e il caldo diventa più intenso. Anche la parte occidentale del Nilo Vittoria, dove si trovano le Cascate Murchison, scorre ad un’altitudine inferiore ai 700 metri: qui le temperature diurne da dicembre a marzo sono di 32/33 °C, con punte di 40 °C. In altre zone invece si superano i 1.500 metri, e di notte può fare decisamente freddo.
Il centro-sud
Al centro-sud, attraversato dall’Equatore, le temperature sono più stabili, comunque anche qui si nota un periodo un po’ più fresco da giugno a settembre, quando prevalgono le correnti relativamente fresche da sud-est, provenienti dall’Oceano Indiano e dagli altipiani della Tanzania. Inoltre in questa zona si osservano due periodi piovosi, da marzo a maggio (detto delle “lunghe piogge”) e da fine settembre a dicembre (detto delle “brevi piogge”), alternati con due periodi relativamente secchi (gennaio-febbraio e giugno-agosto): questo avviene perché all’equatore il sole passa allo zenith due volte l’anno (a fine marzo e fine settembre), e per l’inerzia termica del suolo e dell’atmosfera l’effetto si trascina nelle settimane successive.
Un altro lago di una certa importanza di trova nell’ovest, a 950 metri di quota: il Lago Eduardo. Al centro del Paese, a circa 1.000 metri di quota, troviamo i laghi Kyoga e Kwania, alimentati dal Nilo Vittoria, che tendono ad allargarsi nei periodi piovosi e sono circondati da zone paludose.
Montagne
In Uganda sono presenti zone montuose, con vulcani e cime molto elevate. La catena del Ruwenzori si trova ad ovest al confine con la Repubblica Democratica del Congo, e culmina con il Monte Stanley, che con i suoi 5.109 metri è la terza cima più alta dell’Africa (dopo il Kilimnagiaro e il Kenya). In questa e nelle altre cime più elevate della catena, al di sopra dei 4.500 metri si trovano dei ghiacciai. Altre montagne elevate si trovano nell’est: l’Elgon alto 4.321 metri, il Moroto alto 3.083 metri, e il Kadam alto 3.063 metri.
Nel sud, al confine con il Ruanda e il Congo, troviamo poi la catena dei Virunga, che raggiunge (almeno tra le cime situate in Uganda) i 4.127 metri con il monte Muhabura. Lungo i pendii montuosi si trovano le foreste nebulari, in cui l’aria mite o fresca, l’umidità elevata e il soleggiamento scarso. Il Parco nazionale impenetrabile di Bwindi si trova nel sud-ovest, a quote comprese tra i 1.500 e i 2.500 metri, ed è Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, ospitando il gorilla di montagna, specie a rischio di estinzione. Come detto, il sud-ovest è una delle zone meno piovose del Paese. A Kabale cadono circa 1.000 mm di pioggia all’anno, anche se gli unici mesi decisamente secchi sono giugno e luglio. Ecco le precipitazioni medie.